Maternità
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Le lavoratrici domestiche, come colf e badanti, hanno diritto al congedo di maternità se hanno versato contributi per almeno 52 settimane negli ultimi 24 mesi o 26 settimane negli ultimi 12 mesi.
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Per ottenere il congedo, la lavoratrice deve:
Presentare domanda all’INPS prima dell’inizio del congedo, tramite:
Sito web INPS
Contact center INPS
Patronati autorizzati
Informare il datore di lavoro delle date previste del congedo.
Comunicare i dati del bambino all’INPS entro 30 giorni dalla nascita.
Durante il congedo di maternità, la lavoratrice domestica non riceve lo stipendio dal datore di lavoro ma un’indennità economica dall’INPS.
Quanto paga l’INPS? L’INPS garantisce l’80% della retribuzione media giornaliera sulla base delle ultime 52 settimane di contribuzione.
Il datore di lavoro deve integrare il salario? No, il datore di lavoro non è obbligato ad aggiungere nulla all'indennità erogata dall’INPS.
Durante il congedo di maternità, i contributi previdenziali non sono versati dal datore di lavoro, ma esistono delle regole specifiche:
Se la lavoratrice percepisce l’indennità INPS: non vengono versati contributi previdenziali, ma il periodo di maternità è comunque considerato valido ai fini pensionistici.
Se la lavoratrice non ha diritto all’indennità INPS: il datore di lavoro non è tenuto a pagare né stipendio né contributi.
Il periodo di congedo di maternità ha un impatto su alcune voci della busta paga:
TFR: continua a maturare regolarmente.
Ferie: maturano normalmente durante la maternità.
Tredicesima: matura in misura ridotta al 20% e deve essere pagata dal datore di lavoro.